CEI 64-8 V3 Allegato A |
Lunedì 22 Agosto 2011 16:51 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il CEI – Comitato Elettrotecnico Italiano ha pubblicato la variante V3 alla Norma tecnica CEI 64-8 “Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1.000 V in corrente alternata e a 1.500 V in corrente continua”, data di entrata in vigore 1 settembre 2011. La variante contiene il nuovo Allegato normativo (Allegato A) dedicato agli “Ambienti residenziali – Prestazioni dell’impianto” della Norma CEI 64-8/3 e modifiche ad alcuni articoli della Parte 3 e della Parte 5 della Norma CEI 64-8 in seguito al contenuto dell’Allegato A, allegato normativo che significa “regola dell'arte”. Una grossa novità, rispetto al passato, consiste nel fatto che l’Allegato A non riguarda gli aspetti relativi alla sicurezza delle persone e dei beni, bensì fornisce delle prescrizioni addizionali che riguardano la funzionalità e la fruibilità degli impianti elettrici di unità immobiliari ad uso residenziale situate all’interno dei condomini o di unità abitative mono o plurifamiliari. Le prescrizioni dell’Allegato A si applicano ai nuovi impianti, compresi i rifacimenti totali delle unità immobiliari, esclusi i casi in cui siano presenti vincoli legislativi (edifici pregevoli per arte e storia Dlgs 42/04). Non si applicano alle parti comuni degli edifici residenziali. Secondo l'Allegato A, gli impianti elettrici realizzati negli ambienti residenziali si suddividono in tre livelli, cui corrispondono altrettante dotazioni impiantistiche minime. Il livello 1 (*) individua la configurazione minima che dovrà avere un impianto perché possa essere considerato a norma. I livelli superiori 2 e 3 aumentano le prestazioni dell’impianto e quindi la sua fruibilità che si adegua alle necessità degli utenti e alla morfologia dell’habitat. L’impianto minimo (livello 1) prevede: - un numero minimo di punti-prese e punti-luce in funzione della metratura o della tipologia di ogni locale dell’appartamento; - un numero minimo di circuiti in funzione della metratura dell’appartamento; - almeno 2 interruttori differenziali al fine di garantire una sufficiente continuità di servizio. Il livello 2 (**), rispetto al livello 1, prevede un aumento della dotazione e dei componenti, oltre che alcuni servizi ausiliari quali il videocitofono, l’anti-intrusione e il controllo carichi. Il livello 3 (***), oltre a un ulteriore aumento delle dotazioni, introduce la domotica che va anche a beneficio del risparmio energetico all’interno dell’abitazione. L’impianto, per essere considerato domotico, deve gestire almeno, ad esempio, quattro delle seguenti funzioni: anti-intrusione, controllo carichi, gestione comando luci, gestione temperatura, gestione scenari, controllo remoto, sistema diffusione sonora, rilevazione incendio, sistema antiallagamento e/o rilevazione gas. I livelli non sono collegati alle categorie catastali e alle classi di prestazione energetica degli edifici, ma indicano la qualità dell’impianto elettrico e, pertanto, concorrono a determinare la qualità di un’unità immobiliare. L’Allegato A è normativo, quindi ha lo stesso valore della norma: dal 1 settembre 2011 è obbligatorio eseguire gli impianti elettrici nelle unità immobiliari almeno con le dotazioni previste dal livello uno, che rappresenta il livello minimo al di sotto del quale non è consentito scendere. Tuttavia, trattandosi di aspetti prestazionali, e non relativi alla sicurezza dell’impianto, è possibile che in casi particolari il committente, per motivi vari, richieda dotazioni diverse che possono essere anche inferiori a quelle del livello 1. In questo caso è però necessario un patto scritto fra le parti da allegare alla dichiarazione di conformità, in cui il committente dovrà richiedere espressamente per iscritto, assumendosene la responsabilità, di non eseguire l’impianto con le dotazioni previste dall’allegato A. Un patto tra le parti non è ammesso per tutto ciò che è relativo agli altri capitoli della norma CEI 64-8 che attengono alla sicurezza dell’impianto e non ad aspetti prestazionali. In questo caso nella dichiarazione di conformità si dovrà indicare che è stata applicata la norma CEI 64-8 “con esclusione dell’Allegato A su espressa richiesta scritta del committente, che si allega alla presente dichiarazione”. In tutti gli altri casi, nella dichiarazione di conformità si scrive, come già avviene, che l’impianto è realizzato a regola d’arte secondo la norma CEI 64-8; ed è sottinteso che si è applicato anche l’allegato A e che si sono installate almeno le dotazioni e le prestazioni previste dal Livello 1. Se si realizza un impianto di livello 2 o di livello 3 è consigliabile specificarlo nella dichiarazione di conformità. Numero di circuiti per unità immobiliare La Variante V3 specifica il numero di circuiti necessari in funzione della superficie dell'unità immobiliare. La superficie considerata è quella calpestabile dell’unità immobiliare escludendo quelle esterne (terrazze, portici, ecc.) e le eventuali pertinenze (garage, cantine, ecc.). Per circuito elettrico si intende l’insieme di componenti di un impianto alimentato da uno stesso punto e protetto contro le sovracorrenti da uno stesso interruttore. Sono esclusi dal conteggio eventuali circuiti destinati esclusivamente all’alimentazione di apparecchi (ad es. scaldacqua, caldaie, condizionatori), di box e cantina; pertanto tali eventuali circuiti si aggiungono a quelli indicati in tabella
Dispositivi per l’illuminazione di sicurezza La Variante V3 specifica il numero di dispositivi per l’illuminazione di sicurezza, che servono a garantire la mobilità delle persone in caso di mancanza dell’illuminazione ordinaria. Sono ammessi gli apparecchi estraibili, anche se non conformi alla norma CEI 34-22 (ad es. torce estraibili ricaricabili ad accensione automatica installate nelle scatole portafrutti). Non sono ammessi gli apparecchi alimentati con prese a spina.
Protezione contro le sovratensioni secondo CEI 81-10 e CEI 64-8 V2
Ausiliari e impianti per risparmio energetico
Numero di punti luce per tipologia di ambiente
Numero di punti prese per tipologia di ambiente
Numero di prese telefono / dati per vano
Numero di prese TV per vano
Nuove prescrizioni di carattere generale (valide per tutti i livelli) • Gli impianti devono essere dimensionati per una potenza (contrattuale di fornitura) di almeno 3 kW in unità abitative di superficie fino a 75 m2 e di almeno 6 kW per superfici superiori. • I cavi devono essere sfilabili (ad esclusione degli impianti realizzati in elementi edilizi prefabbricati). Il diametro interno delle tubazioni deve essere almeno 1,5 volte il diametro del cerchio circoscritto al fascio dei cavi. • La sezione del montante che collega il punto di consegna del distributore all’unità abitativa non deve essere inferiore a 6 mm². • L’interruttore alla base del montante, qualora si tratti di un interruttore differenziale, deve essere selettivo (selettività totale) nei confronti di tutti gli interruttori differenziali situati a valle nell’unità abitativa e/o dotato di SRD (dispositivo di richiusura automatica). • Al fine di garantire un livello sufficiente di continuità di servizio dell’impianto, la protezione differenziale deve essere suddivisa su almeno due interruttori. Si raccomanda l'uso di interruttori differenziali caratterizzati da una elevata insensibilità ai disturbi (scatti intempestivi) e/o di interruttori differenziali dotati di SRD (dispositivi di richiusura automatica). Inoltre l’allegato A consiglia l’impiego di interruttori differenziali di tipo A, per la protezione dei circuiti che alimentano lavatrici, condizionatori fissi e altri apparecchi dotati di motori a velocità variabile (ad es. alimentati con inverter). Gli interruttori differenziali sono classificati in tre categorie secondo il loro intervento alle diverse forme d’onda della corrente differenziale. Il corretto intervento (per soglia e tempo) è assicurato con le seguenti forme d’onda: - Tipo AC: correnti differenziali alternate sinusoidali; - Tipo A: come tipo AC e inoltre correnti pulsanti unidirezionali anche sovrapposte ad una corrente continua di 6 mA; - Tipo B: Come il tipo A e inoltre correnti alternate sinusoidali fino a 1000 Hz e correnti continue senza ondulazioni. • In alternativa a punti luce a soffitto e/o a parete devono essere predisposte prese alimentate tramite un dispositivo di comando dedicato (prese comandate) in funzione del posizionamento futuro di apparecchi mobili di illuminazione (da pavimento e da tavolo). • Almeno una presa TV in ogni locale deve avere accanto la predisposizione per 6 prese di energia (per eventuali ulteriori prese TV nello stesso locale è sufficiente una sola presa di energia). • Accanto alle prese telefoniche si deve installare almeno una presa di energia (ad es. per poter alimentare telefoni cordless o modem). • In ogni locale, almeno una delle prese e l’interruttore luce devono essere installati in prossimità del lato battuta porta del locale (lato interno o esterno). • Il comando dei punti luce situati all’esterno (balconi, terrazze, giardini) e in generale per tutti quelli non direttamente visibili, deve essere associato a una spia di segnalazione, che può essere integrata nel comando medesimo, atta a segnalare lo stato di ACCESO dell’apparecchio comandato. • Per evitare che troppe prese siano collegate in serie, l’entra-esci sui morsetti delle prese è ammesso soltanto all’interno della stessa scatola porta frutti oppure tra due scatole successive, senza limiti per la loro distanza (questa prescrizione non si applica ai circuiti ausiliari o di segnale). Resta possibile collegare in serie più scatole porta frutto con un unico tubo purché ogni linea non alimenti più di due scatole. • Ogni unità abitativa deve essere dotata di uno o più quadri di distribuzione (facilmente accessibili dall’utente) e di un interruttore generale con funzione di interruttore d’emergenza (la precedente versione della norma CEI 64-8 non lo prevedeva). L’interruttore generale, qualora sia differenziale, deve essere selettivo (selettività totale differenziale) nei confronti degli interruttori differenziali a valle, oppure deve essere dotato di SRD. Per permettere successivi ampliamenti, i quadri devono essere dimensionati per il 15% in più dei moduli installati, con un minimo di due moduli. • Il quadro di arrivo (principale) dell’unità abitativa deve essere raggiunto direttamente dal conduttore di protezione proveniente dall’impianto di terra dell’edificio, al fine di permettere la corretta messa a terra degli eventuali SPD. • I punti presa e i collegamenti diretti, previsti non accessibili devono essere comandati da punti accessibili tramite un interruttore di comando bipolare (le asole nei mobili le rendono accessibili). • Si consiglia che almeno una presa della cucina e la presa della lavatrice siano P30 (schuko con terra centrale) e di predisporre in prossimità dell’ingresso dell’eventuale tubo del gas una alimentazione elettrica per una eventuale elettrovalvola di intercettazione del gas tenendo presente che i consigli e le raccomandazioni delle norme CEI non sono obbligatori. |